28 Lug Il nuovo stato Facebook
Oversight board e supremazia costituzionale
Con i suoi
2,5 miliardi di utenti, Facebook si proclama leader indiscusso delle multinazionali digitali ad oggi esistenti. Il nuovo sistema di governance proposto dal colosso mondiale prende il nome di
Oversight Board ed è una sorta di Corte Suprema, attualmente composta da 20 membri (con la possibilità di un incremento futuro sino a 40 “giudici”), costituente un
organo giudicante indipendente, al quale gli utenti potranno appellarsi in casi controversi di cancellazione di profili e post ritenuti sospetti, per ottenere decisioni vincolanti sui contenuti consentiti e rimossi. Inoltre la Corte potrà pronunciarsi su temi delicati e complessi come l’odio online, le fake news e il diritto alla privacy, mediante l’elaborazione di linee guida utilizzabili per la moderazione del flusso comunicativo condiviso su Facebook e Instagram.
I social come apparati para-statali
Si tratta, infatti, di un’iniziativa senza precedenti realizzata da un’impresa privata che sembra plasmare la rivendicazione sovrana dei confini del proprio spazio virtuale su cui interagiscono
2,5 miliardi di utenti, come peculiare forma di
cyberdemocrazia dotata di organi para-giurisdizionali sulla falsariga della tipica configurazione di un ordinamento statale. Anche se, rispetto agli organi istituzionali democraticamente eletti, il potere delle multinazionali digitali non è sorretto da un regime di responsabilità politica per le scelte compiute, con il paradosso di affidare a soggetti privati il compito di stabilire le “regole del gioco” da applicare all’interno delle proprie piattaforme.
Tutto ciò sembra andare nella direzione di un nuovo scenario in cui si manifestano i tratti peculiari di un’inedita governance geopolitica, fondata sul controllo strategico pervasivo della tecnologia in grado di determinare una ridefinizione dei rapporti di forza nei tradizionali assetti di equilibrio dei poteri. Questo perché, grazie all’inesorabile supremazia del digitale, gli Over the top appaiono vincenti rispetto all’esigua utilità delle politiche promosse dalle autorità statali e dagli apparati del settore pubblico, la cui incidenza per la collettività si riduce notevolmente sotto il profilo dei benefici tangibili sulla vita delle persone come inevitabile conseguenza della mancanza di una lungimirante visione organica di futuro.
il lockdown alimenta le digital corporation
In Italia, sono quasi 50 milioni gli utenti di Internet (pari all’82% della complessiva popolazione), mentre le persone attive sui social sono 35 milioni. In un momento storico in cui Internet continua a crescere in maniera sempre più esponenziale, l’emergenza
Covid-19 ha reso ancor più centrale la rilevanza delle tecnologie per la maggior parte delle attività quotidiane,
rafforzando il primato economico-imprenditoriale delle multinazionali digitali, con implicazioni politiche destinate a
mutare il tradizionale assetto su cui si fonda la stabile articolazione di un gruppo sociale organizzato per il raggiungimento di fini collettivi.
Mentre i paesi si indebitavano, durante il
lockdown le digital corporation si sono arricchite grazie all’utilizzo massivo di app, sistemi di video conferenza, piattaforme di eCommerce, servizi di messaggistica e social. In questo momento sono le uniche ad aver bisogno di assumere, quindi, rispetto alle aziende tradizionali che sono state in gran parte costrette piuttosto a ridurre l’organico, se non a chiudere.
Situazione italiana
Nel panorama italiano gli apparati istituzionali del settore pubblico sono incapaci di sviluppare efficaci processi di innovazione digitale, a causa della mancata condivisione di una visione di futuro formalizzata in una
strategia a lungo termine: si pensi al dibattito sulla scelta dell’app Immuni, o alle implicazioni connesse allo svolgimento della didattica a distanza. Senza contare le falle del Data Breach Inps, aggravate da radicati ritardi tecnologici cognitivi e infrastrutturali, in uno scenario peraltro compromesso dal
permanente stato di instabilità politica che impedisce di assicurare continuità operativa a qualsiasi progetto e permette solo il ricorso a interventi emergenziali come è accaduto durante la pandemia.

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