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Google, Progetto Strobe: è la fine di Google+?

Progetto Strobe: che cos’è?
È di qualche settimana la pubblicazione sul blog di Google delle linee guida che la compagnia sta intraprendendo in ottica di sicurezza, privacy e gestione dati. Si parla del Progetto Strobe, lanciato a inizio anno per revisionare la complessità dell’ecosistema attivo formato da utenti, app, API, sviluppatori di terze parti che gravita nella galassia della grande G. Google ha continuamente rafforzato i propri controlli e le proprie politiche in risposta alle sempre più stringenti leggi sulla privacy, i feedback degli utenti, i rinnovati standard di sicurezza. In seguito agli studi e le analisi fornite da Project Strobe, vedremo nel prossimo futuro importanti cambiamenti.

Chiusura di Google+ nel 2019
I risultati ottenuti nel corso di questi mesi da Project Strobe hanno rilevato numerose segnalazioni da parte degli sviluppatori nell’interfacciarsi e mantenere aggiornate le API di Google+. A tal proposito è stato scoperto un grave bug in una delle API diffusa nel 2015, attraverso la quale le app realizzate avevano l’accesso a tutti i campi del profilo dell’utente, anche quelli che erano contrassegnati per non essere pubblici e quindi teoricamente non accessibili. Risolto con un aggiornamento a Marzo 2018, ai tecnici non è stato possibile quantificare i profili utenti effettivamente coinvolti. Da un’analisi dettagliata delle due settimane precedenti il rilascio della risoluzione del bug, si parla di circa mezzo milione di account. Il comunicato di Google sottolinea come la compagnia non sia a conoscenza di sviluppatori che abbiano utilizzato il bug in modo improprio. Un altro dato uscito da quest’analisi è il basso coinvolgimento degli utenti nella piattaforma: il 90% delle sessioni utente di Google+ è inferiore a cinque secondi. La decisione è stata dunque quella di chiudere definitivamente la piattaforma agli utenti consumer nel mese di agosto 2019. La parte enterprise per le aziende rimarrà attiva, e saranno previste tutta una serie di nuove implementazioni e funzionalità.

Maggiore controllo sui dati e sulla privacy
Un altro ambito interessato dal Progetto Strobe riguarda le autorizzazioni delle app ad accedere ai dati e le funzionalità dei dispositivi su base Android. A breve saranno introdotte sulle app dei controlli più granulari dei permessi, ovvero la visualizzazione di messaggi più chiari sulla tipologia dei dati che le app andranno a gestire. Il processo di autorizzazione viene dunque rivisto e reso più dettagliato. Inoltre è stato deciso di limitare la capacità delle app di accedere al registro delle chiamate e SMS sui dispositivi Android e non rende più disponibili i dati di interazione dei contatti tramite l’API Android Contacts. Un aggiornamento alla policy che regola l’accesso delle terze parti a Gmail tramite API limiterà l’accesso ai dati servizi solo a quelle applicazioni che concretamente migliorano l’esperienza d’uso del servizio ad esempio fornendo un client esterno, un sistema di backup o tool per la produttività. Tutte le altre dovranno fare i conti con i nuovi paletti, più restrittivi e severi rispetto al passato. Dopo lo scandalo di Facebook e Cambridge Analytica nei primi mesi dell’anno, adesso è la grande G ad essere sotto i riflettori della tutela della privacy degli utenti. Il Progetto Strobe è comunque la dimostrazione dell’impegno di Google di voler proteggere i dati e la sicurezza dei propri utenti. FONTE: https://www.blog.google/technology/safety-security/project-strobe/

Marco Trevisan
trevisan@abaco-engineering.it

Marco Trevisan

Web Marketing Strategist

 

Il malvagio professor Trevisan non ha un’identità, o meglio: ne ha molte. Si aggira nel web con un lungo mantello nero e due baffi lucidissimi alla ricerca di ciò che di più malvagio può scovare nei domini e negli account dei nemici. E’ attento e minuzioso nello studiare tutti i dettagli delle sue strategie e non agisce mai d’istinto, anzi medita per sferrare l’attacco al momento più opportuno.
La sua frase preferita: “Nessun metodo come metodo, nessun limite come limite”, Bruce Lee.
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